[SUIS]


Co-funded by
the European Agricultural Fund
for Rural Development
of the European Union

PROGETTO CO-FINANZIATO DAL
FONDO EUROPEO AGRICOLO PER LO SVILUPPO RURALE
SOTTOMISURA 10.2 del PSRN

 

APULO CALABRESE

 

DESCRIZIONE
La storia di questa razza è legata alle vicende storiche e pastorali dell'Italia appenninica. Già in epoca pre-romana i flussi migratori dal centro Italia verso il sud favorirono la diffusione dell'allevamento di suini lungo la dorsale appenninica. La razza Apulo-Calabrese è quindi una popolazione suina che si è costituita nei secoli e si è diffusa con la transumanza delle greggi sulle direttrici viarie risalenti all'epoca romana e tuttora seguite dalle strade statali che collegano l'alto Lazio, l'Abruzzo, la Puglia, la Basilicata e la Calabria. Nell'ottocento, suini a mantello nero erano diffusamente allevati all'aperto lungo i contrafforti appenninici e nelle aree incolte e vagavano liberi nei sobborghi cittadini. La gestione piuttosto tollerante dei confini tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie continuò a favorire gli scambi e la diffusione di questa popolazione suina particolarmente rustica e capace di utilizzare risorse alimentari povere. L'abbandono agli inizi del XX secolo delle antiche pratiche pastorali, e l'introduzione incontrollata di razze cosmopolite, provocò il rapido declino anche di questa razza. Il meticciamento e la successiva sostituzione con altri tipi genetici più produttivi hanno progressivamente eroso questa interessante risorsa genetica finché, alla fine degli anni novanta, è iniziata in Calabria un'azione di recupero del tipo locale Calabrese, discendente dalla più antica varietà Pugliese. Il programma di conservazione si è progressivamente consolidato a partire dal 2001 e si è esteso dal 2007 alle varietà di suini riconducibili al medesimo tipo genetico presenti nelle regioni centro meridionali.

ELENCO DENOMINAZIONI ALTERNATIVE O LOCALI
Calabrese, Nero d'Abruzzo, Nero calabrese, Nero dei Monti Dauni meridionali, Nero dei Monti Lepini, Nero di Capitanata, Nero lucano, Nero maremmano, Nero pugliese, Nero reatino, Pugliese, Nero sabino, Nero di Aspromonte

STANDARD DI RAZZA
TIPO: Robusto, taglia medio-piccola con scheletro forte.
MANTELLO E PIGMENTAZIONE: Cute e setole di colore nero. Le setole sono robuste e più lunghe nella regione dorso-lombare, dove assumono forma di criniera. Alcuni soggetti possono presentare macchie bianche alle estremità inferiori degli arti.
TESTA: Di medio sviluppo, profilo fronto-nasale rettilineo, mandibola piuttosto stretta, grugno lungo e sottile; orecchie grandi pendenti in avanti e in basso.
COLLO: Allungato, mediamente sviluppato.
TRONCO: Moderatamente lungo e stretto, torace poco profondo, ventre stretto e pendente, linea dorso-lombare rettilinea, groppa inclinata.
ARTI: Di media lunghezza, robusti, con articolazioni asciutte.

CARATTERI SESSUALI
NEL MASCHIO: testicoli ben pronunciati; capezzoli in numero non inferiore a 10.
NELLA FEMMINA: mammelle in numero non inferiore a 10, con capezzoli normali ben pronunciati e pervii.

GENOTIPI
Assenza del gene mutato RYR1, di alleli o aplotipi al locus Extension responsabili del colore rossiccio e del colore "selvatico", di alleli al locus Dominant White.

Caratterizzazione fenotipica - misure biometriche
Caratterizzazione fenotipica - mantello
Caratterizzazione genetica
Raccolta materiale biologico
Piani accoppiamento



 

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